Poesie | martedì 3 gennaio 2006
Paola D'Agostino
E d’altro ancora.
1. Di vita e morte so molto poco. Conosco ruderi e macerie, e lamine, e desistenza.
2. So che la pace è un interstizio d’ombra dopo la guerra, e che la guerra, quella, non finisce mai.
3. Conosco le risate e le conversazioni informali , e la pioggia, la pioggia mentre cade.
4. Parlo di morte ai morti, e così mi assicuro appena il mio posto fra i vivi.
5. Conosco il lento scivolare, il silenzio muto e la parola di ciascun movimento. So di derive e attracchi, e so nuotare.
6. Vivo molte vite nello spazio di un solo passo, ho imparato l’amore senza fissarne le prigioni.
7. L’altalena e il circo delle stellate.
Il suono della mia voce nelle macchie di colore e di tempo.
8. Certi giorni i giorni vengono armati, e mi disarmano.
Ci sono albe di granito e notti rapaci, e solitudine.
9. Vengo dal sole tra i vicoli di una città confusa, che mi ama senza difese e mi fa più fedele a me stessa.
10. Stanno crescendo gli alberi, e adesso scrivo per dimenticare.
Su Paola D'Agostino
Una sorta di manovale delle parole: le insegna, le traduce, le scrive.
Nel 1998 si è laureata in Lingua e Letteratura Portoghese all’Orientale di Napoli, con una tesi sul “Libro dell’inquietudine” di Pessoa.
Dal 2000 risiede in Portogallo, e dal 2002 insegna all’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona.
Ha curato l’antologia “Dall’Asilo dell’Invisibile” (Napoli, 1998) e pubblicato testi di narrativa e critica letteraria. Ha collaborato alla drammaturgia dello spettacolo “A árvore do Tenéré” (regia di Luca Aprea, Lisbona, 2002).
“Largo delle necessità” è il suo primo romanzo.
Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete.
A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà.
A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi.
A volte c’è un bisogno di poesia.
In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.