Poesie | domenica 13 gennaio 2008

Matteo Pelliti

Travel trash

I resti dei tuoi pasti
e degli appunti stracci,
un coccio, treccia, muffa,
la contromarca usata sfatta,
la buccia del consumo,
tutto spedito, nottetempo,
in pacco anonimo notturno
come pecunia olente
alle lucenti discariche nordiche
- certificate EMAS -
m'inteneriscono un poco,
come se ci affratellassimo
soltanto e ormai nell'emergenze
commissariabili
- l'eccezione è la regola -

Chissà se adesso
la lisca che lasciasti
in quella cena lieta a Piedigrotta
riposi lieve a Peccioli,
terra di conversioni
dal gramo al grano,
(rumenta, ma nutre)
oppure attenda sepoltura
là dove fu pescata.







(Peccioli, comune in provincia di Pisa dove ha sede la più efficiente e redditizia discarica toscana.)


Su Matteo Pelliti
Matteo Pelliti (Sarzana, 1972), si è laureato in filosofia del linguaggio all'Università di Pisa, specializzandosi poi in Comunicazione Pubblica. Ha pubblicato racconti nelle antologie "Ultima spiaggia" (ETS, 2004) e "Caffé ristoro" (ETS, 2006); "Pisanthology" (Giulio Perrone Editore 2007); è coautore della postfazione del libro "Centro di igiene mentale" di Simone Cristicchi (Mondadori, 2007); ha pubblicato la raccolta di racconti "Giocattoli", con la prefazione di Simone Cristicchi (Felici Editore, 2010); ha collaborato con diverse riviste on line e blog dal 2003, dedicandosi soprattutto al campo dei giochi linguistici e della critica letteraria.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Versi ciclabili, di Matteo Pelliti (Gli Scacchi, 2007)