Poesie | domenica 8 gennaio 2012

Francesco Jonus

Canto della volta invernale

Notte esangue, con poche stelle
sfolgoranti di luce tremula, a puntellare
la distante volta invernale.
Lo spazio appare come scura distesa,
innalzata sopra le poche foglie rimaste.

Un alito acuminato penetra appena sotto pelle,
ti porta memorie di montagne mai viste, spettri
di ghiaccio, e nei tuoi ricordi senti
uno spicchio d’anima che si accende
al tocco.

Un canto acuto e intangibile freme stanotte,
lo si può quasi raggiungere, lì, sulla soglia dello
spirito, e lasciare che l’animo si intoni con esso...

E ancora sono qui fermo a chiedermi
di me stesso,
sondando cautamente il mio cielo, come se lo spazio,
sopra, disponga e consigli un nuovo ordine, e aiuti a
ponderare i sentieri…

I pensieri possono forse risplendere di luce riflessa?


Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.