Poesie | martedì 26 luglio 2011

Maria Teresa Moscariello

Poesie

1. Emily Dickinson

In un vespro di primavera
l’acconciatura di
una donna
di spalle,
con i capelli castani tirati su,
vestita di un funereo bianco.
Accompagnata solo da un ronzio di api.

Le donne danno sempre tutto in anticipo
per una promessa fatta loro.
Riescono a crederci così tanto da
vivere la vita in funzione di essa.

L’orgoglio, la caparbietà, la reclusione
in una stanza,
che è un mondo privato,
dove ci si perde
se si riesce a pensarlo reale…

Qui, sgusciare nella stanza accanto
vuol dire morire.


2. Sull’orlo dei venti

Ho lasciato la mia vita lì a riposare
mentre la primavera mi spezza il cuore,
questa primavera che è lenta ad arrivare
E già bussa alla bocca dello stomaco
la consapevolezza
di dover crescere sul serio.
E c’è autunno nella primavera.


3. Giappone

Dell’Oriente estremo mi piace il silenzio,
e il suono penetrante, che rimane sul fondo,
del vento fra gli alberi e fra i fiori
e tra l’erba.
Le gocce che scandiscono il fluire del giorno.

Il profumo del colore bianco
di perle scheggiate nel mare
di lacrime disfatte su un pavimento blu.
Di gioia dolore passione rinuncia.

4. Pioggia

Le montagne si confondono col cielo.
Ne diventano una sfumatura.
Il cielo si rannuvola,
piove e io lo so
anche con porte e finestre chiuse.
La pioggia aumenta
poi finirà.
E per tutto il tempo
sarà stato solo l’odore dell’asfalto bagnato.


5. Età

Volevi darmi un’età:
ma le situazioni che mi sono capitate
erano diverse.
Non potevo, per un intero anno,
indossare sempre lo stesso numero.
Ecco perché ne ho cercate molte.


6. C’è vento e distesa

C’è vento e distesa.
Non muoverti:
è un altro tempo.

Il vento spazzola e profuma la mia pelle
Pettino i miei capelli spargendoli ovunque
come raggi di buio,
segni di perdita
vicino alla caviglia, al braccio
al viso.

È un altro tempo.


Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.