Poesie | sabato 25 giugno 2011

Francesco Olimpico

Dal Corpo e dal Sogno...

A volte
Qualche volta il tempo si dirada.
Qualche volta torno a stringerti le mani,
a baciare le tue labbra.
Qualche volta il mio corpo torna a spogliarsi di ogni velo
e diviene una sol cosa con il tuo.
Qualche volta il mio respiro ingoia il tuo.
Qualche volta torni a sussurrare al mio orecchio
il tuo profondo amore.
Qualche volta.
Qualche volta, silenziosa, mi vieni in sogno…

Occhi

Neri come il caffè, neri come il colore del lutto.
Neri come un punto su un foglio bianco.
Neri come una notte senza stelle.
I tuoi occhi, incanto di un’estasi senza tempo,
oblio nascosto e velato da palpebre.
I tuoi occhi, gioia e addio
al tempo di un battito di ciglia

Surreale

Surreale viaggio.
Io dentro i tuoi occhi.
Io prigioniero delle tue palpebre.
Surreale osmosi.
Io ingoiato dal tuo respiro.
Diluito nella tua saliva.
Io, ombra nella pellicola di luce che cela il colore dei tuoi occhi.
Surreali intenzioni.
Io, feto nel grembo della tua memoria.
Sogno lontano fra i tuoi pensieri.

Labbra

Socchiuse. In attesa.
Labbra che elencano da lontano un bacio.
Labbra, linee sottili, morbide, succose.
Le tue, istanti di oblio nel silenzio rispettoso di un bacio.
Le tue, palcoscenico di parole orchestrate dalla tua voce.
Socchiuse. In attesa.
Labbra, ladre del mio respiro…
il tempo fugace di un bacio.

La lontananza

Sei lontana.
Sei lontana nel tempo, nello spazio.
Sei lontana dalle mie mani, dalle mie labbra.
La lontananza è un velo, nasconde, separa.
Io e Te siamo divisi da questo tempo lontano,
da questo spazio infinito.
La tua voce squarcia il lontano.
La tua voce dà colore.
La tua voce veste le immagini
e i pensieri che si affollano nella mia mente.
Ti vesti di suoni, di parole, di sospiri, di respiri, di sorrisi.
La lontananza è il silenzio che ora la tua voce ha ingoiato.
I miei occhi si bagnano di un sottile velo d'acqua salata
che diviene amara sulle labbra.
L'amaro della lontananza che è tornata a separarci.
La lontananza è uno specchio, riflette, deforma.
La lontananza è un'immagine,
un'immagine sfocata che grava qui sugli occhi
e rende il mio pensiero pesante, privo di colori.

Palpebre

Sipario dell'oblio.
Palpebre, custodi del mio buio e delle notti gravide di sogni lontani.
Palpebre, sudario di occhi stanchi, lucidi.
Palpebre, pudore del mio amore, velo d'innocenza.
Palpebre, sipario su cui resta impressa la tua immagine,
segreto di cui i miei occhi godono in silenzio
lontano dalla realtà.



Mani

Le mie mani danzano sospese a mezz'aria.
Le mie mani ti cercano.
Le mie mani scivolano piano, dolci sul tuo viso,
assorbono l’aria che ti avvolge come un velo.
Le mie mani scivolano piano al ritmo del tuo respiro
che, ora come un profumo, diffonde profondo fin su nel talamo
dove la coscienza è scienza.
Ascolta il mio respiro, ascolta la mia voce che ti chiama.
È come un’eco, come un sussurro,
come il lamento di una conchiglia
privata della sua lontana profonda culla.
Le mie mani continuano a cercarti,
ora nel sogno, ora nella memoria.
Le mie mani ti cercano ancora,
là dove l'aria ingoiando il tuo corpo
si fa densa il tempo fugace di un silenzioso ricordo.



Su Francesco Olimpico
Nato a Nola il 15 marzo 1978, si è laureato nel 2002 in "Biotecnologie Farmaceutiche" presso l' Università "Federico II" di Napoli. Ora vive e lavora in Toscana, ama viaggiare e raccontare tutto ciò che per una surreale osmosi arriva alla sua mente.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.