Poesie | lunedì 7 febbraio 2011

Carlo Di Legge

A casa invece di andare

Stasera, a casa invece di andare – aspetta
mezzanotte, solo un piccolo impegno.
Ha pensato a sé, alla
vita – a questo posto dove abita, è tanto, come
alle strade delle città lontane,
e non si sente straniero.
A certe piccole fitte in certe parti del corpo (come
avvisi), al sapore di piombo qualche volta
sulle labbra, a certe statistiche,
peggiori negli ultimi anni. Al
viso dagli occhi infossati per i viaggi
di lavoro,
ancora alla vita,
che non si ferma quasi mai. Se ciò che più gli pesa
non lo salvi, se non lo perda la quiete che desidera;
a questo possibile inganno, a tutti gli altri, ai
disincanti,
a quel che avrebbe e non avrebbe dovuto,
alla prospettiva,
al limite.
Ovvio, ci sono ancora molte cose da fare, saranno
comunque troppe, ma non sa il tempo che ha, questo
è certo,
sa che non è stato mai dritto come ora, quando
il tempo s’incurva,
ora che ha musiche e movimenti di ballo, affetti
e parole di vita.
Se proietta all’indietro anche venti o trent’anni avvenire,
vede bene che sono già volati;
si guarda intorno, vede la sua fortuna.
Per il dolore di chi resta, sia pure il più feroce
degli uomini, ha
compassione; condivide le gioie future degli altri.
In fondo, così sembra:
la sua fine non lo riguarda.


4-5 febbraio 2011


Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia. Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti. Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente. Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Sentire il tango argentino. Dieci lettere e una poesia, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2011)
Il candore e il vento, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2008)