Poesie | venerdì 9 aprile 2010

Lucia Vitelli

La poesia raccoglie pioggia

Quando l’onda ritma favole antiche
schiude la pazzia,
porta l’odore dei fiori inzuppati
della pioggia che attraversa l’anima.

Oggi salirò ai dirupi, senza anni,
senza misura, alla corrente:
- che mi porti via!
alla vastità sdraiata tra i noccioli,
all’altitudine:
- la tocco con un dito!

Dentro gli occhi,
occhi
con il nulla da dire. Si potrà parlare
in un altro tempo, quando diverrò stella
con mille anni sulle spalle.

Allora saprai finalmente
che il profilo
nella penombra di una stanza,
pur nella mobilità delle cose appena
visibile,
è qualcosa. D’irripetibile.


Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.