Poesie | lunedì 3 marzo 2008

Lucia Vitelli

Esorcizzo

All’amico che benedice piaghe
chiedo medicamenti biblici
per la formica dalle labbra rotte,
per le parole volate nei giorni di vento.

Riaffiora la filastrocca: “…ho vissuto
splend-ore di o-re di re”, ne porto il conto
con i granelli della corona di madreperla
infilata alla spalliera del letto:
Gesù, Giuseppe e Maria, Kyrie eleison
e litanie beatifiche.

Mi esorcizzo, e nel lungo nastro nero
mi avvolgo come mummia.
Spire decisive sigillano una delle mie vite.

Cerco la casa, non è più dov’era,
l’atmosfera è terrosa, si sentono
gli scricchiolii del cielo, il cuore trema
mentre un’altra vita galoppa ancora.


Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.