Poesie | sabato 16 febbraio 2008

Lucia Vitelli

Per chi beve il mare

Da lontano ne senti il frangersi.
Chiudi le imposte e lasci che brilli del suo moto.
Nulla ti lega al mare, la casa è distante, ma i piedi
vanno a quella melodia che soffia e fa bere il mare.

La vita e la morte bevi, l’alternanza indefinita
di quello sguardo triste e lieto, di racconti di danze
e donne, di uomini lontani, di verità e menzogna.
E bevi, dimentica di te.

S’innesta, il mare, tra i fili del tuo intimo,
lo contieni - lancinante,
bello e nemico, bambino dai capelli argentei, è
come non vorresti sia, ma è.

Eremita di piaceri insulsi, lambisce grembi
e non li riconosce, anima dell’infinito mare,
che impedisce agli occhi di asciugarsi.


Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.