Poesie | domenica 3 giugno 2007

Luciano Zaami

Alcune poesie

(Ungheria 2006/2007)



1.

A che ora è la notte
nelle ultime corse dei tram
e nei sorsi di birra
ormai senza sapore.

A che ora è la notte

per quelli già sbronzi
alle dieci del mattino
e per chi rincasa tardi
mentre altri stanno uscendo

A che ora è la notte

nel denso fumo di sigaretta
nelle sinagoghe del centro
e per chi guarda tetti da una finestra
in attesa che notte passi ad altra notte

A che ora è la notte

al confine di questa nazione
dove venti gelidi
portano in groppa
lingue di genti straniere.



2.

Transitava alla stazione Ovest
con una grossa valigia rossa
ed un cappello nero

Sul binario 17
guardava stranita
l’enorme capriata in ferro e vetro

Piccioni a volo radente
sfilavano veloci
forse per alzarle la gonna

E voci, odori, colori
diventavano inconsciamente
suoi ricordi per sempre.



3.

Continuerai ad amarmi?

Anche quando non ci sarà più nulla da amare
anche quando avrò da tempo smesso di amare
continuerai allora ad amarmi?

Quando vivrai di giorni vissuti
di foto dai corpi sodi
di occhi puliti e sorrisi radiosi,
continuerai ad amarmi?

Quando lo specchio ti dirà cosa sei diventata
e cartapesta avrà il posto della tua pelle
mi amerai allora?

O sarà solo un ricordo di gioventù?



4.

L’imperatore
voleva espandere
il confine verso est.

Altri centomila uomini morti.

Loro le chiamano ragioni di Stato
Il popolo:
capriccio dei potenti.




5.

L’essenza delle cose
forse sta in un filo d’erba.
Certo una nuvola
ha più saggezza di mille libri.

I tuoi occhi parlano una lingua straniera
e l’essenza delle cose
oggi
sembra così lontana



6.

Fuochi ad est
fuochi ad est
gridava la zingara
dagli occhi verdi

Baracche in fiamme
sulla riva del fiume
vento nero
e mani dure



7.

Viviamo vite immaginate
da divinità distratte
che non hanno più nulla da dirci,
perché ormai da tempo
non credono più in noi.


Su Luciano Zaami
Nasce nel profondo Sud Italia, a Caltanissetta. Per caso e per voglia, si trasferisce nel 1997 a Napolilaurearsi in Lingue e Civiltà Orientali all’Università di Napoli “L’Orientale”. Dal 2000 comincia a frequentare l’Ungheria e Budapest. Trascorre così gli ultimi sei anni della sua vita in un continuo migrare fra il sud ed il nord dell’Europa. In perenne ricerca di una fissa e serena dimora, scrive soprattutto sulle sue esperienze di viaggio, fisiche ed interiori.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Derive e approdi, di Luciano Zaami (Gli Ibischi, 2011)
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