Da Kyoto | lunedì 7 agosto 2006

Alessandro W. Mavilio

Il diritto e il rovescio

Tutta eccitata è venuta a raccontarmelo.


Ora lavoro! Sono al banco della frutta. Sono diventata all'improvviso una fruttivendola. Oh, mi trovo bene ma a fine giornata mi fa male la schiena. Ma non ti ho detto che sono al banco della frutta di Daimaru? Mica un negozietto così!

Devo essere molto gentile, e fare inchini profondi. Faccio tanti errori e devo sempre dire che abbiamo ogni tipo di frutta. La frutta è bellissima, grandissima, lucida! Mele, pere, banane, angurie, mango... Belle che sembrano finte!

Ho avuto anche un'uniforme! Ma senza gonna... Un pantalone orrendo e tutta la divisa è color arancio. Un vecchietto è venuto e mi ha detto: "Come siete bella, signuri'! Me parite 'na cerasa. Na cilieggina!" Io ho sorriso ma poi lui non ha comprato niente...

Lavoro il mercoledì, il sabato e la domenica! E' dura, è la mia prima esperienza! Ma che fortuna! Mica un negozio così... Ma “Daimaru”! Ogni volta che entro sento questa atmosfera privilegiata, ogni reparto ha divise differenti, tutti sono gentili e fanno inchini profondi ai clienti. C'è il reparto trucco che è stupendo: decine di postazioni con specchi allineati e una ragazza che trucca la cliente. Uhm, devo dire che molte si truccano troppo. Sfiorano quasi il ridicolo... Ma io non posso dire nulla. Io devo passare, e andare al mio banco della frutta... E se qualcuno incrocia il mio sguardo, io devo dargli il benvenuto.

Guai se un cliente mi chiede un frutto che non abbiamo... Mi hanno insegnato una formula per dire che non c'è. Ma certo non posso proporre un altro tipo di frutta. Che strano, fosse per me io proporrei un'alternativa... E invece no! Solo se il cliente la richiede espressamente.

La cosa bella è che a fine giornata mi danno un sacco di frutta gratis! Specialmente quelle che si sono graffiate o ammaccate! Ma a me mica interessa! La frutta è buona da mangiare, mica da vedere!

Hai mai sentito parlare di "omote" e "ura”, il diritto e il rovescio, i due lati opposti di noi giapponesi? Sicuramente, eh? Beh, è una cosa tipica di noi, ma io stessa non l'avevo mai davvero sperimentata! Il grande magazzino è pieno di luci e colori e visi sorridenti. Ma quando è il periodo di pausa tutti a turno andiamo alla mensa interna, grigia e sporca. Si passa per una zona che ovviamente non è aperta alla clientela. E' incredibile come sia diversa...

Oscura e sporca, sporchissima. Io stessa stentavo a credere che appartenesse alla stessa società. Neon fulminati, commesse in pausa che dormono ovunque, commessi che dormono in piedi con cravatte slabbrate. Muri tutti scribacchiati e... sai che ce ne sono disegnati un sacco! Sì, di quelli lì. Ovunque, di ogni forma e dimensione! Mi sono sorpresa! Ma chi li disegna?

Nel retro nessuno sorride e tutti sono incredibilmente scortesi e rozzi. La prima volta non ci potevo credere, ma poi ho capito che è per via della stanchezza. Al bagno non ci vado quasi mai... E' bastata una volta, c'era una che sembrava volesse aggredirmi!

In un angolo di un corridoio due si toccavano... Ti immagini?

Nemmeno a mensa vado più. E' troppo grande, grigia e sporca... Porto il mio “obento” da casa e… Capisci “obento”? E’ un vassoietto di cibo che ci prepariamo da casa! Io me lo porto sulla terrazza, su all'aperto, e me lo mangio lì.

E' divertente quando vado via. Mi tolgo velocemente la divisa nello spogliatoio e torno nell'area pubblica. Ci sono centinaia di commessi e certamente nessuno si ricorda di me. Io poi ho un viso così standard...

Passo di nuovo davanti al reparto trucco, e signorine sorridenti mi invitano per una dimostrazione gratuita di nuovi cosmetici. Io accenno un inchino e sfilo via. Sulla strada per l'uscita incrocio lo sguardo di commessi solerti che mi danno il benvenuto. Quando è chiaro che io sto uscendo...

Sapevo di "omote e ura". Ma non sapevo che più c'è "omote" e più c'è "ura"!
Tu lo sapevi?


Su Alessandro W. Mavilio
Orientalista, scrittore, cineasta. Laureato in Lingua e Letteratura giapponese presso l’Università “L’Orientale” di Napoli, Alessandro Mavilio ha insegnato per più di un decennio all’Università Industriale di Kyoto. Nell’àmbito del progetto “Taoist Movies” è autore anche di numerosi cortometraggi sperimentali girati in Giappone.

Sulla rubrica Da Kyoto
Di tanto in tanto un contributo da Kyoto, l'antica capitale del Giappone. Perché questo è un mondo immenso e le grandi distanze, le culture diverse, mettono alla prova le capacità del pensiero. Il pensiero e le visioni del mondo non sono mai scontati. Se si cambia orizzonte geografico, e l'angolo d'osservazione per guardare il mondo e per riflettere su di esso, ci si accorge subito che i punti di vista - gli stili del pensiero - sono innumerevoli... Questi scritti sono stati raccolti in circa dieci anni e si sono condensati e completati nel libro "Il Recinto. Sguardi e riflessioni sul Giappone".

Il Recinto. Sguardi e riflessioni sul Giappone, di Alessandro W. Mavilio (Gli Ibischi, 2015)