Poesie | lunedì 4 settembre 2017

Francesca Carbone

Due poesie

Quando cammini si levano le musiche


Quando cammini si levano le musiche

Sono passi di litanie africane

grovigli di eco accartocciati

richiami profondi del tuo nome.

Sporgi l’orecchio. I corpi suonano.

Tocchi di mani che vedono

battono profondi rimbombi

intrecci di capelli sviolinano ai venti.

Nascosta nei profondi abissi

ogni corpo ha la sua melodia.

Ora

Sporgi l’orecchio

Spegni la mente

Accendi i sensi

Ogni corpo ha la sua melodia

Non spegnerla.


..........



Stracci d’amore


Non vedo che la terra nera dei tuoi occhi

nei miei percorsi senza meta.

Stracci

dei

miei

occhi

diventati

sporchi

caliginosi

neri

riflettono

l’inferno

di

ghiaccio

delle

tue

mani.


Su Francesca Carbone
Sono nata a Napoli nel 1990 e ho vissuto fino a poco tempo fa in un piccolo paese della provincia. Lo scorso luglio mi sono laureata in “Filologia, letterature e civiltà del mondo antico” presso l’Università degli studi di Napoli “Federico II”. Attualmente sono dottoranda in linguistica presso l’Orientale di Napoli e mi occupo dell’espressione vocale delle emozioni. Per motivi di studio, ho vissuto in Spagna e in Francia, terre che hanno segnato la mia crescita personale e culturale. Fin da bambina sono sempre stata spaccata a metà tra la scienza e l’arte, tra logica e intuito magico, razionalità e impulsi emotivi: insomma, immaginate la fatica che faccio ad andare avanti così “dimezzata”.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.