Poesie | martedì 9 maggio 2017

Carlo Di Legge

Sconcerto

Partire, prima un pullman poi la nave:
per ciò che importa, c’è di mezzo il mare
Non sbagliare fermata,
forse non era quella.
Se ti trovi una fermata avanti,
torna indietro, e riparti.

All’arrivo,
dovresti trovare la tua borsa,
l’hai lasciata, nella fretta di tornare.
Sappi usare il tempo di arresto,
parla con l’autista, è ben poco gentile:
il biglietto, lo devi rifare.

Siamo in tanti a tornare.
Le borse da viaggio sono tante,
si somigliano, poggiate per terra,
la tua, la ricordi, come se la rivedessi.
Sembrava troppo piena. Un po’ in disordine.

Non la trovi. E poi, come
se non bastasse: non trovi il portafogli,
carta di credito, telefono.

Non ti ritrovi.
Nel gioco, hai sbagliato la fermata,
e qualcosa non torna.

Dove sei, non domandarti.
Non puoi sapere.

Maggio 2017


Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia. Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti. Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente. Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Sentire il tango argentino. Dieci lettere e una poesia, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2011)
Il candore e il vento, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2008)