Poesie | mercoledì 30 settembre 2015

Adriano Pierulivo

Tre poesie...di mare e di terra

Il mare

Il mare
arrivò
dopo la piazza
ed era un maestrale teso
la sua vela
che rigava di lacrime
le nostre facce arrossate.



Scirocco di mare e di terra a Seccheto

Sbrana la cote avvolta in un sudario,
gonfia l’onda marcia, putrescente;
scava la riva difesa da incerti bastioni di sabbia,
sibila sbattendo tra le foglie degl’ontani,
tracima limaccioso nel ventre della foce,
solleva tronchi d’eucalipto venuti da lontano,
schianta navigli incautamente ormeggiati:
divelta, squarcia, spacca.
Li restituisce amorfi, privi di sagoma,
plastiche post-moderne, inutili.

Scende a ruscelli da scogli arditi;
gorgoglii che trapassano,
risucchi che inorridiscono.
Libera palloncini saponosi, ringhianti,
danzanti sull’arenile scomparso;
lacera brandelli di spiaggia,
ridotta a putrido deserto.
Scardina antiche pietre,
vomiti di cave, frammenti di granito,
sollevandoli dai fondali mobili:
tremano, rotolano, sbattono.

Penetra, tetro,
nei cuori dei marinai impotenti;
sradica sentimenti ancestrali,
di navi perdute, di ex-voto,
di giuramenti e tradimenti.
S’insinua negl’animi, umido e subdolo,
cerca e prende il nostro umore,
sbattendoci come pietre,
risucchiando i nostri pensieri,
lievi come sabbie inconsistenti,
squartandoci come fragili navigli.
Noi, incautamente ormeggiati dalla vita.



Neve a Marciana Marina

Neve
sul monte Capanne
a picco sul mare;
sapore misterioso
della mia terra
aspra e mite
di sassi abbracciati alle stelle.

Neve
perpendicolare al cielo
sui lastroni di granito bianco
mentre il paese pigramente
dorme
adagiato sulla spiaggia di ghiaie
e la “Locomotiva” di Guccini
sbuffa da una radio
tra le luci basse del bar Centrale.

Neve
dentro il bicchiere di birra
tra le righe della rivista di “bricolage”
nel vento asciutto di nord-est
su un cane che passa e se ne va.

Neve
all’Elba
d’inverno;
paesaggi smorzati e selvaggi
di nebbiolina nel bosco di lecci
coperti di muschi
nei sassi grigi acciottolati
da onde distratte
mentre leggera nasce, eppure inarrestabile,
una sottile voglia di vivere.


Su Adriano Pierulivo
Nato nel 1953 a San Piero in Campo (Isola d’Elba) vive a Livorno, dove insegna alla scuola primaria. Autore di commedie in vernacolo elbano occidentale per la compagnia teatrale "La Ginestra" (Seccheto/Campo nell'Elba), ha anche scritto testi e curato regie teatrali per bambini. Ha pubblicato due raccolte poetiche, "Isole dentro" (2007) e "Livorno e zone limitrofe" (2009), entrambe con l’editore Libro Italiano World. Ha partecipato a diversi concorsi letterari vincendo per due volte il Festival della poesia di Capoliveri, diretto da Giorgio Waiss. A Firenze è stato premiato tra i vincitori del Premio Letterario in memoria di Lorenzo Cresti e si è classificato primo in tre edizioni del Premio Letterario Nazionale "Athena Spazio Arte" di Piombino. Nel 2010 ha vinto il Festival della Pace di Livorno. Vorrebbe andare in pensione, ma è prigioniero politico di genitori e bambini...

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.