L'aurora tra rosa e verde | lunedì 1 settembre 2014

Laura Canciani

Amo il verde

Amo il verde non uniforme, opaco o giallognolo, bensì il suo rimescolarsi con l’azzurro nella gradazione acquamarina. Mi piace sentire il suo effetto benefico, calmante e ristoratore. Il verde dona freschezza alla mente, rinnovato vigore, riattiva energie latenti. Asseconda parti evidenti del mio carattere: la pacatezza, l’introspezione, il controllo. Frena la mia spinta all’attivismo e imprime ai ritmi vitali un andamento interno, naturale, meglio sintonizzato con quello del respiro. L’energia risulta concentrata e l’azione finalizzata, efficace e produttiva. Potrei diventare, all’ombra di questo colore, meno volubile e fluttuante, più stabile e rocciosa, determinata e tenace. Tuttavia avverto il limite di un risveglio prolungato nel verde, così come si presenta nei toni dell’aurora boreale. Uno spettacolo di grande intensità emotiva: stupore incantato misto a velato timore.
Immersa nella sua immaginaria visione ascolto le risonanze interiori…
La schiacciante dominanza del cielo che si impone con la sua scenografica rappresentazione di bagliori pulsanti impegna di prima mattina la mente a porsi interrogativi esistenziali rilevanti, senza possibilità di sostare in uno spazio limbico neutro, in cui sciogliere i sopori notturni. Inevitabile domandarsi se sia sogno o realtà, quale posto occupare in questo spazio fluorescente, come muoversi in esso, avendo l’impressione di convivere con stravaganti fantasmi. Aprendo gli occhi, avverto il prolungarsi del legame con l’oscurità. Qualcosa rimane del blu tenebroso, si riversa nel verde e lascia nell’animo un alone cupo, che facilmente si tinge di tristezza e di malinconia. La notte viene squarciata da fasci verdastri ondeggianti che chiudono la terra in un ventaglio svolazzante e avvolgente. Ma quest’aura protettiva assume un volto austero e costrittivo, orientando i pensieri verso una solitaria meditazione. La luce cerca di aprirsi un varco, donando alla desolata superficie terrestre qualche lieve bagliore giallastro che languisce e si perde nelle tenebre. Sono timide manifestazioni di solarità che non sostengono note psicologiche forti e marcate. Sentimenti ed emozioni vengono smorzati e un po’ congelati. Sento risuonare la spinta vitale, la positiva apertura alla vita, la disposizione empatica a percepire i battiti emotivi altrui entro toni medi , equilibrati. Senza fughe verso il superamento di limiti definiti. I movimenti luminosi dell’aurora polare, simili a danze fantasmatiche, evocano presenze misteriose e inquietanti, accentuando il senso di finitudine e di precarietà, la consapevolezza della propria piccolezza di fronte a forze naturali sovrastanti. I confini dell’orizzonte esistenziale si dilatano per accogliere la dimensione dell’ignoto e insondabile. È un vivere ai limiti della realtà e delle certezze, col rischio di precipitare nel vuoto di risposte e nella perdita di precisi agganci. Trasportata dal movimento fluente del cielo, avvolta nella sua verde vibrazione, vedo la parabola della vita prolungarsi oltre la logica ragionevole e vacillare tra il fantastico e il possibile, la luce e l’ombra, il certo e l’imprevedibile. Risulta meno rilevante in un simile contesto la tendenza all’autoaffermazione individuale e prioritario il bisogno di armonizzarmi positivamente con l’intero universo e con i miei simili, nella ricerca di sinergie efficaci per la convivenza.
Percepisco i benefici effetti sperimentabili di fronte a uno scenario così spettacolare come quello boreale, ma l’ingresso nella quotidianità giornaliera mi appare forzato, come se alcune tappe preliminari dell’evoluzione personale non potessero essere vissute. Nel verde ci si ritrova già psicologicamente strutturati, definiti, senza aver goduto pienamente la spensierata giocosità e l’ardore inconsapevole delle fasi iniziali, infantile e adolescenziale.
Per questo motivo apprezzo e prediligo l’aurora bianco- rosata, con le sue tinte delicate. Mi sembra meno invasiva e più rispettosa dei ritmi personali. Il contrasto buio – luce è più marcato, ma necessario perché gli occhi e il corpo ricevano la spinta ad uscire dal torpore e si preparino all’operosità. Nel lattiginoso biancore che prelude al nuovo giorno si nasconde tutta l’ampia gamma dei colori, riflesso delle infinite risonanze interiori che trovano maggiore libertà di espressione. Le pennellate di rosa accennano a quell’energia vitale che si arricchisce col tempo di tonalità intense, trapuntate di slanci, passioni, forti emozioni. È un risveglio morbido e leggero, accogliente e aperto a tutte le innumerevoli espressioni dell’essere, che accompagna con femminile dolcezza nelle vicissitudini della vita. Un graduale sbocciare che contempla e non esclude il verde. Questo colore potrebbe apparire in un momento successivo, più meditativo, quando già i frutti della giornata stanno giungendo a maturazione ed emerge il bisogno di refrigerio e serena tranquillità.


Sulla rubrica L'aurora tra rosa e verde
L’aurora, il preludio magico e impermanente per eccellenza, non è solo momento e regola fisica dei nostri cieli. Uno scambio sfumato e cangiante di opinioni e sentimenti sul tema delle aurore.