Poesie | venerdì 4 aprile 2014

Lucia Vitelli

Come nuvole sparse

La tristezza è nata con me
e non è andata più via.
Si è adagiata sul fondo.
Anche dopo mille anni,
si ravviva in un germoglio.

Tutto tace,
non ci sono per nessuno,
enemmeno mi cercano,
fino a quando,
una, due parole,
rivolte con la tua gentilezza alla luna,
mi risvegliano.
E io divento luna.

Chissà,
se per qualche ragione
mi pensi,
se ti luccicano gli occhi
quando mi pensi,
se quelle due stelle chespezzano
la sera
sono i tuoi occhi
o solo la copia dell’originale,
chissà…

In una giornata di sole
ti immagino
con le tue finestre sul mare
a prendere le vele
per salpare in luoghi lontani.

Il suono della voce,
gli occhi, le mani, di te che cosa dire?
Sei così familiarmente invisibile
che non hai bisogno di essere.
Con me, c’è la montagna
a ridosso della casa,
il suo enorme mistero.
Io l’amo
come se fossi tu.








Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.