Poesie | martedì 21 gennaio 2014

Carlo Di Legge

Inverno

In questi giorni
è come quando c’era
il vento che spazza le foschie,
e regalava alla città le Alpi
come fossero vicine.
Così: nient’altro,
a volte
solo pulite lontananze.


Un po’ vado malfermo
su immagini,
su notti di vertigine,
il pavimento forse
balla sotto i piedi,
la testa sembra che giri.

Riprendo a camminare.
Può sempre darsi
lo scarto imprevedibile,
forse sgomenta.



Si sa,
d’inverno fa freddo.
Ma in questo vuoto
di lontananze e foschie,
dove mi muovo e respiro,
oggi come allora
è la mia libertà.



Gennaio 2014


Su Carlo Di Legge
È stato a lungo in Puglia ma è nato per puro caso a Salerno, poi ha trascorso gli anni a trasferirsi per l’Italia. Serba uno scrigno incantato del passato e inventa cattedrali benevole per l’avvenire. Spera di essere, in questo, come tutti. Negli ultimi tempi dice d’essersi iscritto alla scuola del presente. Scrive di filosofia, di tango e di poesia, è vero, bisogna ammetterlo.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.

Sentire il tango argentino. Dieci lettere e una poesia, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2011)
Il candore e il vento, di Carlo Di Legge (Fuori Collana, 2008)