Poesie | sabato 5 ottobre 2013

Claudio Landi

Cinque poesie

1. Sono nato così

sono nato così
in recinti di carrozzine variopinte
su petali di materassi imbiancati
e scarpine e giochini
e pappe e sputi e ninnenanna
con occhi spalancati da stupore
e lo sguardo ebete di chi gioca con te

sono nato così
primobanco e grembiule
primobacio e corridoi
videogames e cocacola
feste oscene
e vestiti che indossano
culone senza alcuna pietà
chissà di quante taglie in meno
e occhi consapevoli,

oppure no
oppure sopra un set
in cui tutto è meravigliosamente
scontato

sono nato così
strascicandomi su roboanti ciclomotori
clacsonando a bimberosa e tacchi troppo alti
e a gonne e a bionde innaturali
e cerimonie e avemaria e preghiamo e feste comandate

masturbando il touch screen
sperando in venute digitali
e poi in giacca
e cravatta-cappio stretta al collo
come esecuzione capitale
nel giorno gioioso in cui
mi ruppi per la prima volta il naso
inciampando su me stesso

masturbando il touch screen
sperando che la strada
percorresse me
sono morto così



2. Dopodomani

dopodomani
è un altro giorno
il giorno giusto!
e vi spiego il perché:

dopodomani
mi hanno chiamato
a riconoscere il mio corpo
tra mille-e-più soldati
“dopodomani, vi prego!
domani ho da fare
concedetemi almeno il tempo
di non fare la barba
di bruciare ogni cravatta
stropicciare camicie
infangare le scarpe
e strappare questa pagina!”

la morte mi ha colto alle spalle
sussurandomi all’orecchio
parole d’amore
in una lingua sconosciuta
mi ha detto che domani
è stata sola a casa
e che non ha voluto compagnia
se non la mia

ma le ho chiesto di aspettare
almeno dopodomani
e l’ho baciata
a sigillare il nostro patto
durante questa attesa
le ho fatto giurare che non avrà altri amanti
e che sarà il solo giorno in cui
non bacerà nessuno

poi mi ha indicato due lune
scontrarsi nel mare
una era rossa e sembrava un sole
l’altra era nera e l’ho vista piangere
ho visto anche carri funebri
nel corteo di carnevale
per poi ritrovarmi
con la testa cosparsa di coriandoli

conservo ancora ambiziosi ricordi
di decomposizione
e sorrisi
su volti pallidi
e ora che spetta a me
riconoscermi tra tanti
sorriderò anche io

almeno ho avuto il tempo di prepararmi.



3. Fuori strada

ho tolto dalla mia schiena
il peso enorme
di ogni mia contraddizione

ho inceppato i meccanismi
delle mie catene
ho dato fuoco ai miei documenti
con l’aiuto di un piromane

non m’importa più la vostra idea in merito
la vostra impressione e
ancora meno
la vostra stima
certo di non perdermi nulla

amore è spazio vitale
che non sopporta sinonimi
e non accetta spiegazioni
e lo dedico a chi si spoglia
non a chi si veste di applausi
ai santi d’occasione
o profeti contorsionisti



4. La vera strada

ho visto gente
divertirsi ad inventare un passato ingombrante

ho visto gente
che lo fa, costruendo un passato ingombrante

ho visto gente
intenta a costruirsi un futuro ingombrante

che cosa ne faranno di questa abbondanza?
sognano di volare, cosparsi di cemento

non riusciranno mai a farsi spazio
come vorrebbero
con esistenze così ingombranti

a una cosa però risultano molto utili

a insegnarci che la loro via
è cieca e piena di insidie

ascoltiamoli quel che basta
per rendercene conto
e proseguiamo fuori strada

la vera strada.



5. 28 agosto

distrutti a giacere disfatti
sul letto dell'amore
sudando i gemiti d'interminabili
ore
nudi come rettili
estasiati dall'indifferenza del sole
aspettando un bagno fresco
venire improvviso
a cospargere corpi esausti
consolati da carni sfregate
in movimenti simmetricamente
opposti e sconnessi

come se di là dal vetro sedesse attento
l'osservatore immobile
pronto a decretare
vita o morte
sulla solita sedia da regista.


Su Claudio Landi
Nato a Gaeta nel luglio 1989, vive a Mondragone in provincia di Caserta. Fondatore del collettivo artistico “Menti Colorate” e del blog letterario “il Confiteor”. Il 10 Novembre 2012 è insignito a Milano del Premio Speciale Unico per la Campania per il concorso “Ambiart” (promosso dalla Fondazione “FareAmbiente Lombardia” e dalla Fondazione “Giambattista Vico”) con l’opera “Pan”.

Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.