Poesie | giovedì 10 gennaio 2013

Lucia Vitelli

Quale musica, mia solitudine?

Nessun indizio ci accomuna,

ma

la solitudine ci rende somiglianti:

magnifica

le nostre rughe

come filari di antiche vigne.


La penombra

schiude

aquiloni d’indifferenza.

Dopo che bufere e brine

hanno mutato la forma della vigna,

il contadino non dispera,

con calma lega i rami superstiti.


La luna, col suo occhio di perla,

addormenta la memoria senza fondo.


La solitudine ci riunisce

con le foglie nel suo orto.

Le parole si spengono piano.


Restare in ascolto

è la nostra ricchezza.





Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.