Poesie | sabato 1 settembre 2012

Lucia Vitelli

Belvedere

La strada
cammina silenziosa
fino a una manciata di case,
le panchine
guardano il vuoto.

Dai Marini l’universo
è un gattino nero
rannicchiato alla ringhiera,
miagola,
e con le zampine
dissotterra fra le grate dei sogni
i visi inghiottiti dalla terra.

Nulla è così distante
nel sereno dell’assenza.

Cumuli di secoli
si lasciano cullare sulle stuoie
di foglie,
ma è un tenue filo
che sfugge di mano
al primo barlume
di vero.

Da un lato
il terreno scoscende lungo il pendio.

Si aprono fiori bianchi
tra le cose che muoiono.


Sulla rubrica Poesie
A volte c’è un bisogno di sospensione. Di densità diversa. Di tempo trasognato. Di spazio poco arredato. Di un posto delle fragole nell’anima. Di silenzi gentili che non sono di solitudine, ma di rade presenze discrete. A volte c’è un bisogno di sorpresa, di lampi improvvisi, accensioni impreviste. C’è un bisogno di respiro irregolare, di battito lento. Di ricerca segreta tra le pieghe del sogno e le unghie della realtà. A volte c’è un bisogno di attesa. Di ricordo. Di sguardo lontano, distante. Di confini indistinti, di profili scontornati, nuovi. A volte c’è un bisogno di poesia. In quest’angolo di rivista se ne trova di nuova, di inedita, di molto famosa, di nascosta, di quella che addolora e di quella che consola. Basta cercare. Basta aver voglia di scoprire parole segrete. Basta trovare un piccolo tempo anche per la poesia.