Squarci | giovedì 31 maggio 2012

Vincenzo Cioffi

Fogli bianchi

Tra i banchi di scuola si imparano molte cose oltre alle lezioni diligentemente tenute dai professori ed altrettanto diligentemente ignorate, dimenticate o travisate dagli alunni.
Tra i banchi di scuola si impara l'amicizia, il tradimento, l'amore, il cameratismo, il rifiuto.
Lui era brutto, i compagni lo accettavano nel gruppo per una sorta di carisma innato, ma restava solo, chiuso nella sua bolla e restio ad uscirne.
Lei era una secchiona, seduta nel primo banco, graziosa a suo modo, con affianco quella che pensava fosse la sua migliore amica. Se solo avesse saputo quello che diceva in giro di lei di certo non le si sarebbe seduta vicino, tanto meno le avrebbe rivolto la parola. Le mancava la malizia per essere come le sue compagne, che indossavano soltanto quella maschera di innocenza che Lei invece possedeva davvero.
A Lui piaceva parlare con Lei, era una persona con cui poter spaziare su diversi argomenti, non le solite piatte discussioni monotematiche. Avevano molti interessi in comune e tutto sommato erano in sintonia, il tempo passato assieme scorreva piacevolmente. Quando la vide sola che si avviava verso casa, si offrì di accompagnarla. Chiacchierando spalla a spalla il tragitto sembrò più breve. Il giorno dopo rifecero la stessa strada, di nuovo assieme. La pratica divenne così un rituale che entrambi attendevano, senza accordi, come se fosse sempre una coincidenza.
Se Lui si trovava all'uscita prima di Lei, aspirava più lentamente la sigaretta aspettando di vederla scendere la scale, se era Lei ad essere in anticipo, fingeva di riporre qualcosa nello zaino o controllava varie volte il telefonino, finché non lo vedeva arrivare.
Con il passare dei giorni il tragitto iniziò a diventare troppo breve e le conversazioni continuavano a lungo mentre erano fermi sotto al portone, con gli occhi invisibili della famiglia che li sbirciavano da dietro i vetri. Salutarsi era sempre più difficile. Spesso Lui, di pomeriggio, passava in moto davanti casa sua sperando di coglierla lì e poter restare con Lei un po', spesso Lei era affacciata alla finestra sperando di poterlo vedere e restare con Lui per un po'.
Le vacanze di Natale erano prossime. Lui si trovava in libreria e colto dall'ispirazione prese una copia di “Tristano ed Isotta”. Pagando notò la commessa: era bellissima, con gli occhi verdi e i capelli rossi. Restò incantato a guardarla, poi scappò verso casa dove passò la notte a trovare le parole giuste da dire a Lei, ma nella sua testa la commessa e l'immagine della ragazza si sovrapponevano e pian piano la lettera prendeva forma.
Lei era in centro con le amiche quando, passando accanto ad una vetrina, vide una copia di “Romeo e Giulietta” ed ebbe un'idea. Si congedò dalle amiche e corse a comprarla, poi si fermò in una caffetteria e si mise a pensare alla parole da scrivergli. Mentre beveva il caffè posò lo sguardo sul cameriere alto e muscoloso con i ricci neri e gli occhi scuri. Gli lanciò diverse occhiate e pian piano la sua lettera prendeva forma.
Quando si scambiarono i pacchetti quasi non ci credevano: Lui fissava la busta rosa con appesa una coccarda dello stesso colore con aria incredula, Lei aveva gli occhi incollati alla busta bianca. Le lettere erano piene di sentimenti non detti.
Le vacanze li separavano e la lontananza sbiadiva i reciproci pensieri. Sempre più spesso Lui passava in libreria sperando di incrociare gli occhi della commessa, convincendosi che gli sorridesse per più di semplice cortesia. Sulla sua scrivania il foglio di risposta restava bianco. Lei divenne una cliente fissa della caffetteria e di volta in volta le attenzioni che il cameriere le rivolgeva sembravano andare oltre il semplice interesse professionale. Sulla sua scrivania il foglio di risposta restava bianco.
La scuola riprese ed un muro di imbarazzo si alzò tra loro. Finirono le passeggiate e le chiacchierate, ma restarono i sentimenti che provavano l'uno per l'altro.
E un foglio bianco su cui nessuno dei due aveva auto il coraggio di scrivere una scelta.


Su Vincenzo Cioffi
Originario di Vico Equense. La passione per la scrittura gli deriva da un amore senza limiti per la lettura. Era ed è un lettore sfrenato, ma a un certo punto leggere non gli è più bastato. Voleva creare un proprio mondo, con i suoi personaggi e le sue regole. Negli anni ha cercato di affinare le proprie capacità confrontandosi con amici che condividevano la sua stessa passione.

Sulla rubrica Squarci
Se la scrittura si serve di aghi e coltelli, se punge e lacera, se ogni pagina apre un varco in mezzo all'ovvio e al non detto, se la ragione ha bisogno di attimi di illucidità, se ogni testo si apre su un paesaggio interiore, se è un buco della serratura da cui spiare il mondo, se duole, se è una lama nella carne, se è una trama interrotta in un punto a caso, se la narrazione si spezza come un canto, se è una dissonanza, se semplicemente siete curiosi di sapere chi siamo. Estratti, ferite, fenditure di scrittura, un modo per sentire i nostri silenzi e leggere tra le righe di ciò che abbiamo in cantiere.