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Roberto Acerra
Il tam-tam dello spazio virtuale ha da un pezzo riconosciuto Roberto Acerra come poeta singolare.
Ciò che incuriosisce in questa raccolta, come in tutti i testi dell’autore, è la sua dilagante vena ironica unita a una sagacia a volte brutale e a un istinto di allitterazione inarrestabile. I suoi “brani”, nati in molti casi per essere letti, si nutrono di associazioni di idee legate da un incalzante ticchettio fonetico e da un immaginario di dettagliatissime sensazioni.
Su Roberto Acerra
Roberto Acerra è nato a Napoli nell'ottobre del 1977. Ha partecipato alle raccolte "Dislocazioni" e "Dall'asilo dell'invisibile". Canta, suona l'armonica a bocca e strimpella la chitarra in gruppetti occasionali.
Gli Scacchi
Fare poesia è muovere parole sulla scacchiera dei vuoti e dei pieni: la pagina bianca, le parole nere. Fare poesia è giocare col tempo, contro il tempo, (re)inventandolo a proprio favore: è un gioco di pazienza, un corteggiamento, una guerra. Trovare la parola "giusta", "quella parola", che a(ni)ma il silenzio, è uno scacco (matto...e folle!) ai Re e alle Regine. Fare poesia è stare soli con le proprie pedine, ascoltando(si), in mezzo al frastuono del mondo.
La lingua qui rincorre se stessa in un vortice complesso che coinvolge le potenzialità del ritmo e delle parole, mentre il senso, secondo al suono, diventa in certi casi fertile non-sense, gioco dell’assurdo portato all’estremo in una consapevole deformazione del reale.
PD